Gentile Dottore, le vorrei sottoporre alcuni quesiti riguardo all'omeopatia.
Per prima cosa le chiedo se per scongiurare una possibile eventualità di tetano sia meglio Ledum Palustre oppure Tetanotoxin e a quale diluizione?
In caso di morsi di serpente, ad esempio vipera, è opportuno somministrare il rimedio preso proprio dall'animale in questione? In omeopatia, per fare un esempio, funziona che se vengopunto da un'ape devo assumere Apis o se morso da una lachesis devo prendere Lachesis?
Durante questa quarantena ho letto l'Organon di Hanemann (6° edizione) e il Maestro raccomandava di non prendere sempre il rimedio a secco ma diluirlo in acqua per ovviare la fase di proving. Perché invece si raccomanda, quasi sempre, di prenderlo a secco?
Se il mio simillimum è ad esempio Lycopodium sarò guarito dal rimedio, tuttavia Lycopodium è presente in circa 16.000 rubriche (sintomi) che ovviamente io non ho sviluppato tutti, ma mi servono per guarire quei 15/20 sintomi trovati dal medico unicista. Ora chiedo: prendendo il rimedio per un mese, non rischio di andare a sviluppare quei sintomi del rimedio che non corrispondevano ai miei sintomi? Infatti Hanemann parla della legge dei simili, non degli uguali, per cui quella parte non simile, non rischia di fare danni?
Ultima domanda: cosa ne pensa della radionica per quanto riguarda la "fabbricazione" di rimedi omeopatici? Ho visto che degli operatoti radionici riescono con delle "rate" o "disegni" a simulare dei rimedi omeopatici, ma tale metodica mi lascia un po' perplesso. Qual è la posizione delle scuole di omeopatia accredidate?
La ringrazio e mi scuso per la quantità di domande.