Tumore tiroide: fino a 90% di diagnosi 'inutili'

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Tumore tiroide: fino a 90% di diagnosi 'inutili'

Messaggiodi Dr.Ascani il mar ago 23, 2016 8:42 pm

Tumore tiroide: fino a 90% di diagnosi 'inutili', a rischio la salute dei pazienti

Lo sostiene uno studio dell'Iarc, l'agenzia dell'Oms per la ricerca sul cancro, e del Cro di Aviano secondo cui questa pratica porta a terapie inutili e con rischi per i pazienti.

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FINO al 90% delle diagnosi di cancro alla tiroide sono 'inutili', fatte su tumori che non darebbero nessun problema di salute anche se non trattati. Lo afferma uno studio dell'Iarc, l'agenzia dell'Oms per la ricerca sul cancro, e del Cro di Aviano, pubblicata dal New England Journal of Medicine, secondo cui questa pratica porta a terapie inutili e con rischi per i pazienti. I ricercatori hanno usato per stimare le sovradiagnosi i dati dei registri tumori di 12 paesi, tra cui l'Italia. La percentuale di tumori 'indolenti' identificata nelle donne varia tra il 70-80% di Australia, Francia, Italia e Usa al 50% del Giappone e dei paesi del nord Europa, al 90% della Corea del Sud. Negli uomini le cifre sono un po' più basse, con molti meno casi riportati, con il 70% di sovradiagnosi in Italia, Francia e Corea, il 45% in Usa e Australia e meno del 25% negli altri paesi.

Diagnosi inutili. In totale si stima che nei 12 paesi, tutti con economia avanzata, ci siano state almeno 470mila donne e 90mila uomini con una diagnosi 'inutile'. "La maggior parte delle sovradiagnosi portano ad una tiroidectomia totale, e spesso anche ad altri trattamenti pericolosi, come radioterapia e dissezione del linfonodo del collo - spiega Sivlia Franceschi, uno degli autori -, senza benefici provati in termini di sopravvivenza". Proprio sulla base di questi dati, conclude il rapporto, l'Iarc sconsiglia screening a tappeto per questo tumore, e suggerisce una 'vigilanza attiva' su quelli a basso rischio, prima di iniziare trattamenti invasivi.

Un fenomeno diffuso. "Questo studio è importante perché verifica che molti malati vengono curati con terapie radicali per tumori che non si sarebbero mai sviluppati, non avrebbero mai avuto un'evoluzione clinica - spiega il professor Luigi Cognetti, direttore Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma -. E' uno studio epidemiologico che quantifica l'entità del fenomeno che si verifica anche nel caso del tumore della prostata. Si tratta di situazioni nelle quali non sarebbe necessario intervenire chirurgicamente".

I rischi. Ma quali sono i rischi? "Nel caso della tiroide il paziente si trova ad affrontare un intervento complesso con conseguenze sulla sua salute. Dovrà prendere la terapia sostitutiva a vita e comunque quel tipo di intervento non è privo di complicanze. Il rischio è che, asportando la tiroide, si provochi una lesione del nervo collegato alle corde vocali", aggiunge Cognetti. In questi casi, per riprendere la funzionalità della voce e parlare come prima, il paziente dovrà affrontare una lunga riabilitazione.

Diagnosi più precise. La speranza per arginare il fenomeno delle terapie inutili, che hanno anche un perso sui costi della Sanità, è fare diagnosi sempre più precise. Analisi che si possano affiancare all'ecografia. "E' già possibile individuare i geni e le proteine collegati all'evoluzione della malattia - conclude Cognetti - . In questo caso si può definire in modo più preciso l'evoluzione della malattia e indirizzare i pazienti verso il trattamento o meno".

Fonte:
http://www.repubblica.it/oncologia/diag ... ef=HRLV-26
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