Ormesi da nanoparticelle: l'omeopatia trova spiegazione?

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Ormesi da nanoparticelle: l'omeopatia trova spiegazione?

Messaggiodi Dr.Ascani il sab dic 15, 2018 10:15 am

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Attivazione ormetica da nanoparticelle di metalli: l'omeopatia trova una spiegazione?

di Maria Concetta Giuliano e Francesco Cosentino

Esce su Homeopathy un articolo dove Bellare e coll. dimostrano la presenza di quantità definite, dell'ordine di pg/ml, di principio attivo anche alle più alte diluizioni omeopatiche (30CH e 200CH) e che tali formulazioni sono in grado di suscitare una risposta biologica di tipo ormetico. Gli AA, testando cinque farmaci omeopatici a base di metallo (Aurum, Plumbum, Stannum, Zincum e Argentum), alla 30CH ed alla 200CH su linee cellulari di epatocarcinoma HepG2 umano, mediante dosaggio MTT, hanno verificato se l'azione biologica fosse dovuta ad attivazione cellulare oppure in seguito ad uno stimolo proliferativo: concludono che i medicinali omeopatici sono in grado di indurre attivazione ed aumento di sintesi proteica intracellulare, indipendente dalla proliferazione. In omeopatia è basilare il concetto che qualsiasi sostanza (metalli pesanti, tossine, veleni, etc.) se diluita numerose volte con agitazione vigorosa (succussione) acquisisca ad ogni fase di diluizione potenti proprietà medicinali; nonostante le numerose conferme a livello mondiale, il grande enigma di questo processo è rappresentato dalla elevatissima diluizione oltre il numero di Avogadro. Tuttavia, contrariamente a tutti i principi di diluizione convenzionali, già nel 2010 e nel 2012, dagli stessi AA furono riscontrate nanoparticelle dei rispettivi metalli di partenza anche nei medicinali omeopatici ad alta dinamizzazione. Lo studio attuale, utilizzando sempre ineccepibili metodi chimico-fisici, risponde anche alla questione se tali minuscole concentrazioni di medicinale omeopatico abbiano la capacità di provocare effetti biologici, dimostrando come un fenomeno bifasico universale noto come "ormesi" sia applicabile alle medicine omeopatiche come plausibile modalità d'azione. L'ormesi è una risposta cellulare caratterizzata da una inibizione ad alte dosi e una attivazione cellulare a basse dosi (Stebbing, 1982; Calabrese 2002). È stato dimostrato che la stimolazione a basse dosi si verifica in vari modelli biologici in vitro con numerosi prodotti chimici, sia naturali che di sintesi; notevoli, tra questi, le tossine altamente potenti e i metalli pesanti (Calabrese 1998, 2004). Quindi, l'ormesi conferisce alle cellule una capacità di correggere il disturbo omeostatico e preservare le strutture intracellulari. Questi risultati corroborati da analisi biochimiche hanno inequivocabilmente mostrato un'attivazione dei sistemi di sopravvivenza, inclusi i percorsi degli enzimi antiossidanti e della proteina MAPK (Mitogen-Activated Protein Kinase). Si dimostra così per la prima volta l'azione biologica con rimedi omeopatici ad alta potenza, che richiederà ulteriori studi a livello molecolare.

Homeopathy, 2017, 106, (3), 135

Fonte:
Omeopatia33
http://www.siomi.it/metal-nanoparticle- ... qRP9jvuZy8

RIFLESSIONI
Prima o poi arriverà anche la precisa spiegazione scientifica ma già sappiamo che i detrattori dell'omeopatia non la accetteranno, dovrebbero ammettere di aver sbagliato e di aver contribuito ad allontanare molte persone da cure sicure ed efficaci. Ce ne faremo una ragione e i loro nomi verranno presto dimenticati. L'omeopatia invece continuerà ad esistere e a curare milioni di persone come ha sempre fatto, perseguendo, come unico obiettivo, il raggiungimento di una vera e duratura salute psico-fisica della persona e non una superficiale e controproducente soppressione di sintomi.
Dott. Tancredi Ascani
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Re: Ormesi da nanoparticelle: l'omeopatia trova spiegazione?

Messaggiodi Dr.Ascani il mar feb 12, 2019 1:06 am

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La diluizione e i meccanismi alla base dell'effetto biologico dell'omeopatia

di Francesco Macrì

E' molto vivace il dibattito sul meccanismo d'azione dei farmaci omeopatici e la rilevanza dell'argomento è legata alla critica che viene mossa dalla scienza ufficiale che nega effetti dovuti a sostanze diluite in modo infinitesimale oltre il fatidico numero di Avogadro, che rappresenta il limite al di là del quale la sostanza di partenza non è più rintracciabile. Esistono due canali di ricerca per contrastare queste affermazioni: il primo legato alla verifica della presenza di molecole anche nelle diluizioni più spinte della sostanza di partenza, per meccanismi legati all'interfaccia solvente/soluto; il secondo che fa riferimento a segnali elettromagnetici non molecolari, ma attivi, biologicamente caratteristici della sostanza diluita e conservati nel mezzo liquido di diluizione.

Il primo filone di ricerca si collega al Nanoparticle-Allostatic-Cross-Adaptation-Sensitation (NPCAS) model, proposto da Iris Bell e Mary Koithan per spiegare l'effetto dei farmaci omeopatici. In accordo con questo modello le nanoparticelle sono presenti anche nel caso di ultradiluizioni e agirebbero come agente stressante a basso livello, ma con una conseguente amplificazione di segnale di tipo stocastico.

Il secondo filone di ricerca parte dalle affermazioni di Wilhelm Rontgen che nel 1982 scoprì i raggi X e che attribuì all'acqua la possibilità di presentare caratteristiche peculiari legate alla disorganizzazione della sua struttura. Giuliano Preparata ha proposto un modello che Emilio Del Giudice ha elaborato nella teoria del Quantum Electrodinamic Field (Domini di Coerenza Elettromagnetica): le fluttuazioni del sistema fisico (atomi, molecole, elettroni e nuclei) si coordinerebbero in una oscillazione collettiva perdendo le loro caratterisiche di partenza fino a realizzare un assetto specifico per la sostanza diluita ancorchè non più presente nel mezzo di diluizione.
In una pubblicazione (Pereira Guedes JR, Bonamin LV, Capelozzi VL; Homeopathy 2018; 107:172-180) gli autori esaminano in modo analitico le due teorie, descrivendo in dettaglio le ricerche che hanno portato alla loro definizione.

Homeopathy, 2018, 107, (3), 172

Per leggere l'abstract: https://www.siomi.it/water-related-mech ... responses/

Fonte:
Omeopatia33, 8 febbraio 2019 - Anno 14, Numero 2
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Re: Ormesi da nanoparticelle: l'omeopatia trova spiegazione?

Messaggiodi Dr.Ascani il ven mar 08, 2019 9:15 am

L'omeopatia come una nanomedicina personalizzata.

di Maria Concetta Giuliano

In omeopatia la triturazione e la succussione rappresentano un processo di potenziamento, forse la scoperta più importante di Hahnemann, in grado di conderire al medicinale una identità unica. In un lavoro pubblicato su Homeopathy Rajendran effettua un rapido excursus dei lenti passaggi attraverso cui Hahnemann vi giunse in decenni di sperimentazioni, evidenziando come oggi sia chiaro che il potenziamento è molto vicino al moderno metodo di macinazione e macerazione utilizzato nelle nanotecnologie per produrre nanoparticelle (NP). Rajendran, corroborando i risultati di altri autori, dimostra anche lui la natura nanoparticellare di ultradiluizioni omeopatiche in tutte le potenze comunemente usate in omeopatia - piante, metalli, minerali e nosodi - e aiuta a rispondere alla domanda principale su come le soluzioni omeopatiche di una sostanza medicinale possano produrre un'azione terapeutica. I vari studi riportati confermano come i farmaci omeopatici potenziati regolino l'espressione genica, delineando il concetto di "omeogenomica" che racchiude una terapia omeopatica specifica della sequenza del DNA, una micro-immunoterapia personalizzata basata su un approccio genetico e la possibile interazione di NP di diluizioni omeopatiche ultra-elevate selezionate sulla base di 'similia similibus curentur' con la doppia elica del DNA. L'evoluzione delle ricerche dallo studio della materia ai livelli atomici e subatomici, ha modificato la medicina e la farmacologia portando al concetto di "medicina personalizzata", che è da sempre l'essenza stessa della medicina omeopatica, per la quale: a) il "proving" del farmaco omeopatico è unico e produce segni e sintomi temporanei nei volontari; b) indipendentemente dalla malattia diagnosticata, ai pazienti vengono somministrati i farmaci in base a segni e sintomi caratteristici individuali, quindi altamente personalizzati; c) le potenze omeopatiche sembra abbiano un impatto sulla programmazione epigenetica nei pazienti che porta alla cura della malattia; d) le nanoparticelle si formano durante il processo di potenziamento del farmaco omeopatico. Tutto ciò fa sì che l'omeopatia rappresenti una "nanomedicina personalizzata" con un ruolo importante nel futuro della medicina.

Homeopathy, 2019, 108, (1), 66
https://www.siomi.it/homeopathy-seen-as ... qR0Zzh8myA

Fonte: Omeopatia33
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Re: Ormesi da nanoparticelle: l'omeopatia trova spiegazione?

Messaggiodi Dr.Ascani il mer mar 20, 2019 10:55 am

Omeopatia. Presentati a Firenze gli studi di Bellare: principi attivi nelle diluizioni omeopatiche

Jayesh Bellare, professore di ingegneria chimica in India, grazie al microscopio elettronico a trasmissione (TEM) ha dimostrato in maniera incontrovertibile la presenza di un rilevante numero di molecole di principio attivo in tutte le diluizioni omeopatiche. I suoi studi sono stati discussi nell'ambito del seminario internazionale tenutosi a Firenze durante l'ottavo convegno triennale della Siomi.

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Jayesh Bellare, professore di ingegneria chimica in India, grazie al microscopio elettronico a trasmissione (TEM) ha dimostrato in maniera incontrovertibile la presenza di un rilevante numero di molecole di principio attivo in tutte le diluizioni omeopatiche. I suoi studi sono stati discussi nell'ambito del seminario internazionale tenutosi a Firenze durante l'ottavo convegno triennale della Siomi.

Terra Nuova aveva avuto modo di illustrare tali risultati nel dossier "Basta una goccia" pubblicato sul numero di maggio 2018 della rivista , proprio grazie a una intervista alla dottoressa Simonetta Bernardini, presidente della Siomi.

Jayesh Bellare ha dimostrato in maniera incontrovertibile la presenza di un rilevante numero di molecole di principio attivo in tutte le diluizioni omeopatiche dalla 6C alla 200C. «Tali molecole che si mantengono in numero pressochè costante in tutte le successive diluizioni vengono stabilizzate dai metasilicati provenienti dal vetro utilizzato per preparare le diluzioni stesse» spiega la dottoressa Bernardini - Tali aggregati costituiscono una riserva chimica di molecole le quali poi possono interagire con i substrati biologici e dare effetto all'attività del medicinale omeopatico. Certo, sono piccole dosi (nanomoli), ma sufficienti a dare una risposta terapeutica secondo i principi della farmacologia delle microdosi, una parte della farmacologia ortodossa sempre più in sviluppo negli ultimi anni. Inoltre, è stato sottolineato come i risultati osservati siano spiegabili con il meccanismo dell'ormesi (stimolazione a basse dosi), come ha ribadito il prof Edward Calabrese, tossicologo dell'Università di Ahmerst, Massachusetts, massimo esperto al mondo di questo sistema di interazione delle sostanze con gli organismi viventi».

«In pratica si tratta di un rovesciamento di azione tra una dose (grande) tossica e una dose (piccola) che ha invece un effetto terapeutico - prosegue Bernardini - Come l'omeopatia la quale si basa sulla somministrazione di dosi infinitesimali di sostanze che ad alte dosi hanno proprio una azione tossica sull'organismo (principio della similitudine omeopatica). I principi della farmacologia delle microdosi e dell'ormesi furono annunciati già nel 2006 dal prof. Andrea Dei (Università di Firenze) (1) e adottati come modello operativo dalla Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata (SIOMI)».

(1) Hormesis may provide a central concept for homeopathy development. Toxicology and Applied Pharmacology 211 (2006) 84–85

Omeopatia: congresso mondiale a settembre in Italia
A settembre 2019 si terrà a Sorrento il 74° congresso mondiale di omeopatia; l’appuntamento sarà all’Hilton Palace di Sorrento dal 25 al 28 settembre. L’evento è promosso dalla Liga Medicorum Homeopathica Internationalis e richiamerà in Italia medici e ricercatori da tutto il mondo. Il titolo dato a questa edizione è “La medicina del futuro dal cuore antico. La similitudine a tutti i livelli di conoscenza” e nel programma scientifico sono previsti interventi di relatori di caratura nazionale e internazionale su ricerca clinica, proving, agro-omeopatia, veterinaria, odontoiatria, metodologia clinica e integrazione dell’omeopatia nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. Sono aperte le iscrizioni e verranno richiesti gli ECM per i medici.

Per informazioni e iscrizioni: www.lmhi2019.org

Fonte:
https://www.terranuova.it/News/Salute-e ... a73atvrXlo
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