Ricerca: “Buoni risultati del trattamento omeopatico in pazienti con tumore polmonare”. Le considerazioni del Prof. Paolo Bellavite
Il trattamento omeopatico come terapia aggiuntiva può migliorare la qualità della vita e prolungare la sopravvivenza nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule: uno studio prospettico, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, a tre bracci, multicentrico.
Le considerazioni del Prof. Paolo Bellavite – Università di Verona
“Il gruppo di Michael Frass dell’Università di Vienna ha pubblicato un interessante studio sull’efficacia dell’omeopatia come terapia aggiuntiva in pazienti con cancro del polmone.
L’articolo è appena uscito su una importante rivista di oncologia (The Oncologist 2020; 25: 1–26). Qui riporto il riassunto con una mia traduzione e la figura principale che ho adattato allo scopo.
Il trattamento omeopatico come terapia aggiuntiva può migliorare la qualità della vita e prolungare la sopravvivenza nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule: uno studio prospettico, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, a tre bracci, multicentrico.
I pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) in stadio avanzato (IV stadio) hanno limitate opzioni di trattamento. Lo scopo del presente studio era di indagare se l’omeopatia additiva potesse influenzare la qualità della vita (QoL) e la sopravvivenza nei pazienti con NSCLC.
In questo studio di fase III prospettico, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco e multicentrico, è stato valutato l’effetto del trattamento omeopatico additivo alla terapia convenzionale.
Il confronto è stato fatto con gruppi di pazienti con la stessa malattia trattai con placebo o non trattati.
I pazienti hanno visitato i centri ambulatoriali ogni 9 settimane: 150 pazienti con NSCLC in stadio IV sono stati inclusi nello studio; 98 hanno ricevuto rimedi omeopatici individualizzati (n = 51) o placebo (n = 47) in doppio cieco; e 52 pazienti di controllo senza alcun trattamento omeopatico sono stati osservati solo per la sopravvivenza.
I costituenti dei diversi rimedi omeopatici erano principalmente di origine vegetale, minerale o animale. I rimedi sono stati prodotti mediante diluizione e succussione graduali, preparando così formulazioni stabili di qualità Good Manufacturing Practice.
Risultati. La qualità della vita e le scale funzionali e dei sintomi hanno mostrato un miglioramento significativo nel gruppo omeopatico rispetto al placebo dopo 9 e 18 settimane di trattamento omeopatico (p <0,001).
Il tempo di sopravvivenza mediano è stato significativamente più lungo nel gruppo omeopatia (435 giorni) rispetto al placebo (257 giorni; p = 0,010) e rispetto al controllo (228 giorni; p <0,001). Il tasso di sopravvivenza nel gruppo omeopatico differiva significativamente dal placebo (p = .020) e dal controllo (p <.001).
Conclusione. La qualità della vita è migliorata significativamente nel gruppo omeopatico rispetto al placebo. Inoltre, la sopravvivenza è stata significativamente più lunga nel gruppo omeopatico rispetto al placebo e al controllo. Una qualità di vita più alta potrebbe aver contribuito alla sopravvivenza prolungata.
Lo studio suggerisce che l’omeopatia influenza positivamente non solo la qualità di vita ma anche la sopravvivenza. Sono auspicabili ulteriori studi che includano altre entità tumorali”.
Fonte:
https://www.omeopatiasimoh.org/ricerca- ... x1_mnipFHA
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33010094/