“Similia similibus curentur”:
il simile si curi con il
simile |
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Ippocrate (460-375 a.C)
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La Legge dei Simili afferma che “per
curare un malato, si deve
somministrare una sostanza che sia
in grado di provocare, nell’uomo
sano, una sintomatologia molto
simile ai sintomi presentati dal
malato”.
La legge dei simili ha origini antichissime e fu formulata già da Ippocrate, padre della medicina moderna, nel IV sec. a.C.. Egli notò ad esempio che l’Elleborus niger, una pianta, ad alte dosi era in grado di provocare una diarrea molto simile a quella del colera mentre a piccole dosi era effettivamente in grado di curare alcune forme di colera.
Quasi tutta la storia della medicina si è però sviluppata privilegiando la “legge dei contrari” (ad es. per il dolore si prende l’anti-dolorifico, per l’ipertensione l’anti-ipertensivo, per la febbre l’anti-piretico ecc.) in quanto molto più logica e comprensibile per la nostra mentalità e di più facile applicazione. Il principio dei simili è senz’altro apparso più misterioso e più ostico da mettere in pratica. Sembra infatti assurdo a prima vista che, se vogliamo curare una persona intossicata da una certa sostanza, dobbiamo somministrargli la stessa sostanza. Logicamente il paziente dovrebbe peggiorare.
La chiave per una corretta e sistematica applicazione della legge dei simili la dobbiamo a Samuel Hahnemann, fondatore dell’omeopatia, il quale intuì e poi dimostrò, per via sperimentale, che si potevano evitare gli effetti collaterali e mantenere allo stesso tempo le proprietà terapeutiche, sottoponendo le sostanze ai processi di
diluizione e dinamizzazione.
Non bisogna confondere l’omeopatia
con l’erboristeria o la fitoterapia.
Spesso si sente dire che l’omeopatia
“cura con le erbe…”. I rimedi
omeopatici in realtà possono
derivare da sostanze del mondo
vegetale, minerale o
animale. Tali sostanze, prese
singolarmente, vengono sottoposte a
un processo di diluizione e
dinamizzazione successivi.
La diluizione, che avviene in
genere in acqua e alcool, spesso
fino alla completa scomparsa di
qualsiasi molecola della sostanza di
partenza, garantisce la completa
assenza di tossicità dei rimedi
omeopatici.
La dinamizzazione, cioè il
processo di scuotimento della
soluzione omeopatica tramite
agitazione dall’alto verso il basso,
determina un aumento dell’energia e
quindi dell’efficacia del rimedio
omeopatico. Ovviamente se ci
limitassimo solo a diluire in acqua
una sostanza, senza il processo
della dinamizzazione, questa
sostanza perderebbe qualsiasi
capacità di provocare una reazione
biologica in un organismo vivente e
la soluzione sarebbe indistinguibile
dall’acqua pura.
E’ stato invece
dimostrato scientificamente che
le soluzioni omeopatiche
(sostanza di partenza estremamente
diluita e dinamizzata) possono
alterare in modo permanente le
proprietà chimico-fisiche del
solvente acquoso distinguendosi con
certezza dall’acqua pura.*
*
Elia V, Niccoli M.
Thermodynamics of extremely diluted
aqueous solutions.
Ann N Y Acad Sci.
1999 Jun 30;879:241-8.
Elia V, Napoli E, Germano R.
The 'Memory
of Water': an almost deciphered
enigma. Dissipative structures in
extremely dilute aqueous solutions.
Homeopathy. 2007 Jul;96(3):163-9.
Elia V, Baiano S, Duro I, Napoli E,
Niccoli M, Nonatelli L.
Permanent
physico-chemical properties of
extremely diluted aqueous solutions
of homeopathic medicines.
Homeopathy.
2004 Jul;93(3):144-50.
Ogni rimedio omeopatico viene sperimentato su persone sane volontarie, gli “sperimentatori” (provers). I sintomi peculiari, sia fisici che mentali, insorti negli sperimentatori, vengono raccolti in dei grossi volumi, le Materie Mediche Omeopatiche.
Questa metodica ci offre numerosi vantaggi:
-
non essendovi la sperimentazione su animali si evita il problema (frequente nella farmacologia allopatica) della diversità d’effetto di una stessa sostanza tra uomo e animale
-
non esiste il problema etico di sperimentare sostanze su animali vivi
-
le sperimentazioni vengono effettuate in modo molto accurato. Si raccolgono anche migliaia di sintomi, sia fisici che mentali, per ogni rimedio sperimentato
-
abbiamo una conoscenza clinica accumulata in più di 200 anni da migliaia di medici e con milioni di casi risolti riguardo l’utilizzo dei rimedi omeopatici
-
una tale conoscenza ci garantisce l’estrema efficacia e sicurezza dei medicinali omeopatici senza che si verifichino effetti nuovi ed imprevisti che hanno invece portato al ritiro dal commercio di molti farmaci allopatici (ad es. il “Lipobay”, la “talidomide” ecc.). La conoscenza clinica dei farmaci tradizionali è infatti molto più limitata, anni o al massimo pochi decenni e questo può non essere un tempo sufficiente a garantirne la totale sicurezza.
Nel corso del tempo sono nate tre
diverse scuole di pensiero riguardo
il metodo di prescrizione
omeopatica:
-
l'omeopatia unicista.
Prescrive esclusivamente un solo
rimedio omeopatico monocomponente per volta
(Rimedio Unitario), il
cosiddetto “simillimum”,
cioè il rimedio più simile alla
sintomatologia peculiare fisica
e mentale del paziente;
-
l'omeopatia pluralista.
Prescrive, per lo stesso
paziente, più rimedi omeopatici
contemporaneamente o in diversi
orari del giorno;
-
l'omeopatia complessista. Utilizza miscele di diversi rimedi omeopatici in formulazioni fisse (i "complessi") che vengono prescritti a seconda del disturbo (ansia, febbre, dolore ecc.) senza esigere una particolare personalizzazione sul paziente.
L’omeopatia fondata da S.Hahnemann è
unicista
L’omeopatia rivendica la sua
scientificità grazie alla
sperimentazione sull’uomo sano e,
poiché i rimedi omeopatici vengono
sperimentati singolarmente, si
conoscono gli effetti di un solo
medicinale somministrato per volta.
Di conseguenza non possiamo sapere
cosa succede in un organismo
prescrivendo più rimedi omeopatici
contemporaneamente o in diversi
orari del giorno. Spesso infatti i
rimedi omeopatici si antidotano
(annullano i loro effetti) a vicenda
e comunque, mescolare più sostanze
diverse tra di loro, potrebbe
fornire stimoli contradditori,
provocando effetti nuovi,
imprevedibili e aumentando lo stato
di "disordine" dell'organismo,
allontanandolo quindi da quello che
dovrebbe essere un processo curativo
omeopatico.
IN SINTESI
Non basta assumere una sostanza che
sia diluita e dinamizzata per
curarsi con l’omeopatia. La medicina
omeopatica si basa su principi
metodologici irrinunciabili che
sono:
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1. |
la Legge dei Simili |
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2. |
il Medicinale Diluito e Dinamizzato |
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3. |
la Sperimentazione sull’Uomo Sano |
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4. |
il Rimedio Unico (Unicismo) |
Nota
L’omeopatia si fonda sulla corretta applicazione dei principi sopramenzionati. Essa interviene sulla persona sfruttando il fatto, sperimentalmente dimostrato, che una sostanza diluita e dinamizzata cura quei sintomi che è in grado di provocare quando viene somministrata ad un soggetto sano.
Questo è il motivo per cui in omeopatia, “non esiste un rimedio specifico per la tosse, uno per l’ansia, per l’asma ecc. ma esiste un rimedio specifico per quella persona in quel preciso periodo/momento della sua vita”, somministrato in base al principio di similitudine.
Lo stesso tipo di asma ad esempio, in due soggetti diversi, richiede spesso rimedi omeopatici differenti. Quindi, il medicinale omeopatico che ha fatto bene ad una persona non necessariamente farà del bene ad un’altra, pur se questa presenta lo stesso tipo di disturbo. E non solo, la stessa persona con la stessa malattia ma in periodi diversi della sua vita, può aver bisogno di rimedi omeopatici differenti. Si è invece ormai diffusa da tempo, sia tra medici che tra non medici, la pratica di prescrivere a chiunque rimedi omeopatici (o miscele di più rimedi omeopatici) solo sulla base del sintomo (ed es. febbre, ansia ecc.) trascurando quasi completamente il principio di similitudine e l’individualizzazione
della terapia, caposaldi fondamentali e inscindibili della medicina omeopatica con i quali, insieme alle sperimentazioni omeopatiche, essa rivendica la sua scientificità e efficacia.
I pazienti dovrebbero essere correttamente informati su ciò che viene loro prescritto e sulla metodologia utilizzata dal medico a cui si affidano.
Nel nostro Studio si pratica soltanto la medicina omeopatica “unicista”
Una cura omeopatica richiede sempre un trattamento medico terapeutico individualizzato che rispetti tutti i principi e la metodologia formulati da S. Hahnemann. Se anche uno di questi principi non viene rispettato non si può affermare di fare una corretta terapia
omeopatica, che l’omeopatia sia lenta, inefficace…
“L’omeopatia o è Hahnemanniana o non è omeopatia” (Prof. A. Negro)
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